Importante ed attualissima pronuncia del Tribunale di Terni: per evitare il rischio di contagio, gli incontri tra il genitore non convivente e i figli minori si possono svolgere da remoto con l’assistenza degli operatori sociali.

Via libera alla frequentazione «protetta» padre-figli tramite Skype o Whatsapp con l’assistenza degli operatori dei servizi sociali, che dovranno organizzare la chiamata ed essere presenti – da remoto – per tutta la sua durata.

Con la pronuncia del 30 marzo 2020 il giudice Velletti ha bilanciato l’interesse primario dei figli minori e del genitore a veder garantito il pieno diritto alla bigenitorialità con l’interesse alla tutela della salute pubblica individuale (dei minori e dei genitori) e collettiva (adottando precauzioni che non aumentino il rischio di contagio).

Nel caso affrontato il Tribunale aveva disposto l’affidamento esclusivo dei figli alla madre ed aveva previsto che il padre li potesse vedere «in spazio neutro», secondo il calendario stilato da parte dei servizi sociali.

Ma i servizi sociali, in una relazione di aggiornamento, hanno dato atto «dell’impossibilità a causa dell’emergenza sanitaria di attivare incontri in spazio neutro». Nella medesima relazione è stato evidenziato come entrambi i genitori abbiano manifestato una «preoccupazione rispetto agli spostamenti dei minori e all’attivazione in questo momento degli incontri protetti, che li porrebbero in una situazione di poca tutela».

Il padre si era quindi attivato con una propria istanza urgente – ritenuta meritevole di essere esaminata perché avente a oggetto le tematiche indifferibili della famiglia – tesa a ristabilire comunque l’esercizio effettivo della propria responsabilità genitoriale.

Il Tribunale di Terni ha dovuto operare un «bilanciamento degli interessi di pari rango costituzionale, quello alla tutela della bigenitorialità e quello alla tutela della salute, individuando una «modalità di frequentazione padre-figli che, pur assicurando il costante contatto, non metta a rischio la salute psicofisica dei minori».

In concreto, il Tribunale ha disposto che i servizi sociali organizzino, con «modalità che evitino lo spostamento e il contatto diretto delle parti , dei minori e degli stessi operatori (che potranno operare in modalità di lavoro agile o da remoto), incontri padre-figli con cadenza di almeno tre volte la settimana».

Questi incontri potranno avvenire «con modalità da remoto», in videochiamata con Skype o Whatsapp o con altre modalità compatibili con le dotazioni delle parti e degli operatori.