Estate da separati: tra permessi, ex gelosi e campus milionari: cosa ci dice la legge?

L’estate rappresenta spesso uno dei momenti più complessi per i genitori separati: organizzare le vacanze con i figli richiede una pianificazione che va ben oltre la semplice prenotazione di voli e alberghi. Tra autorizzazioni per l’estero, gestione dei calendari e decisioni sui campus estivi, le questioni legali si moltiplicano proprio quando si vorrebbe solo rilassarsi.

Nel nostro studio riceviamo ogni anno decine di chiamate da genitori che si trovano ad affrontare situazioni impreviste: il consenso per portare il figlio all’estero che arriva in ritardo, l’ex coniuge che contesta le modalità di gestione delle ferie, o discussioni sui costi dei campus estivi. Spesso si tratta di problematiche che potrebbero essere evitate con una corretta pianificazione in fase di separazione.

Marco di Life is Better After Divorce ci ha proposto di affrontare insieme questo tema, particolarmente sentito dalla sua community di genitori separati. Come sempre, abbiamo accolto con piacere l’opportunità di fornire chiarimenti su aspetti legali che, pur essendo fondamentali, restano spesso nebulosi per chi li vive in prima persona.

In questo nuovo articolo a quattro mani, cercheremo di rispondere alle domande che LIBAD ci ha posto con il suo approccio caratteristico, a metà tra l’ironico e il provocatore, con l’obiettivo di trasformare un periodo potenzialmente conflittuale in un’occasione di serenità per tutti: genitori e figli.


1. Chi decide come dividere le vacanze e le feste?

LIBAD: Sappiamo già che la best practice è prevedere tutto prima, al momento della separazione: alternanza chiara delle festività, rotazione delle ferie, e un preavviso minimo per comunicare i propri piani. Tipo un trattato di pace ben scritto.

Ma cosa succede se uno dei due cambia idea? O se l’altro si scorda di comunicare le date entro la scadenza? Tipo quando lei decide il 20 dicembre che “quest’anno Natale lo facciamo diverso perché mia madre vuole fare il pranzo perché la sera vuole andare a letto presto” (dopo che tu hai già invitato i tuoi genitori e i fratelli da te, avendo già acquistato tutto per 10 persone). O quando si ricorda il 25 giugno che doveva avvisarti entro il 15 aprile che le hanno cambiato le ferie di Agosto.

Ecco qui le domande per voi: Esiste un modo standardizzato e riconosciuto dai tribunali per stabilire ferie estive, Natale, Pasqua e tutte le altre festività “calde”? Tipo: “un anno a me il pranzo di Natale, a te la cena”? E se siamo separati senza affido paritetico, il genitore che frequenta meno i figli ha qualche diritto in più?

RT:Allora, cerchiamo di dare una risposta il più esaustiva possibile sempre premettendo che senza una buona dose di pazienza, buon senso ed elasticità, la gestione di tutti gli aspetti della genitorialità, ivi inclusa la pianificazione delle vacanze, può diventare davvero un incubo.

Cominciando dal fondo diciamo che no, il genitore che ha un collocamento minoritario (tipico caso del padre che tiene con sé i figli solo a fine settimana alternati) non ha diritto ad un tempo maggiore durante le vacanze. I periodi di vacanza sono per prassi divisi in modo equo al 50 e 50: Natale una settimana ciascuno, alternando i due periodi di riferimento (23 dicembre 31 dicembre / 31 dicembre – 6 gennaio). Inoltre, con particolare riferimento al giorno di Natale, è abbastanza diffusa la prassi di far trascorrere con un genitore la Vigilia e con l’altro il pranzo del 25 dicembre; a Pasqua di solito ci si alterna di anno in anno e durante l’estate si dividono le settimane nei tre mesi di vacanza scolastica. Ovviamente tutto questo in teoria, perché poi in pratica, nessuno ha delle vacanze lunghe come quelle scolastiche e qui l’organizzazione si complica.

Un consiglio molto importante è quello di specificare nelle condizioni di separazione o divorzio se i ponti (1° maggio, 2 giugno, ecc) prevalgano o meno sui fine settimana alternati.

Problematica molto frequente e, dal punto di vista pratico, non sempre di facile soluzione è quella connessa agli abusi di alcuni genitori che, ad esempio, prolungano le vacanze con i figli andando così a sottrarre arbitrariamente tempo all’altro genitore.

In questi casi, purtroppo, è difficile attuare rimedi coercitivamente efficaci; spesso succede che recandosi dai Carabinieri per fare una denuncia ci si senta dire: vabbè, recupererà dei giorni durante le prossime vacanze.

Fortunatamente di recente i Tribunali hanno iniziato a sanzionare a livello pecuniario il genitore che modifica unilateralmente il “piano vacanze”


2. Posso portare mio figlio all’estero per le vacanze?

LIBAD: Portare tuo figlio a Creta o a Disneyland non dovrebbe trasformarsi in una seduta dal tribunale internazionale dell’Aja. Eppure, quando c’è un ex particolarmente “reattivo” o geloso, anche una gita fuori confine può diventare una questione diplomatica.

Tipo quando proponi una settimana in resort in Sri Lanka e lei parte con: “Ma hai idea dei serpenti? E se gli danno da mangiare curry a colazione?”
Come se ogni mattina nel resort fosse una puntata di Natura Selvaggia.

O quando l’ex scopre che il resort ha la spa e improvvisamente diventa un “ambiente poco adatto ai bambini” – mentre l’anno scorso il campeggio senza acqua calda andava benissimo.

Sappiamo che in linea generale serve il consenso, ma… se l’autorizzazione è “generica” per l’estero, può comunque essere revocata per destinazioni specifiche? E se l’ex si oppone per principio, quanto tempo ci vuole per ottenere l’autorizzazione dal giudice? (per evitare di perdere l’aereo 😉).

La parola ai Divorzisti!

RT:  Come correttamente anticipato nella domanda, serve il consenso e già qui occorre precisare che, di norma, questo consenso viene preventivamente e genericamente rilasciato nelle condizioni di separazione e / o divorzio. In tale sede, per prassi, si formula una clausola con la quale i coniugi si autorizzano reciprocamente a richiedere ed ottenere i documenti validi per l’espatrio dei figli.

La presenza di questa clausola risolve già molti problemi perché se questa clausola non viene inserita nelle condizioni, allora si che sono dolori perché i genitori dovranno recarsi congiuntamente a chiedere il rilascio del tanto agognato passaporto.

Invece, se la clausola è presente basta recarsi in Questura con la copia autentica della separazione ( o del divorzio) e si può gestire il tutto da soli.

Una volta che l’autorizzazione a chiedere il rilascio dei documenti è stata data, il genitore contrario non potrà più accampare un generico diniego (ad esempio mandando una mail con la quale diffida il coniuge a portare il figlio all’estero); né tantomeno potrà imporre una modifica unilaterale delle condizioni di separazione revocando il consenso a suo tempo conferito al coniuge.

Ben diversa invece è la questione relativa ad una specifica criticità che venga ravvisata da un genitore. Facciamo un esempio: Tizio e Caia sono separati e la moglie intende portare i figli a trascorrere una formativa esperienza presso una missione umanitaria in Darfur. Certamente Caria ha già una implicita autorizzazione data dalla autorizzazione a chiedere i documenti per l’espatrio, ma Tizio potrà ben opporsi rilevando la pericolosità del viaggio.

Se Caia fa orecchie da mercante, Tizio dovrà rivolgersi, con procedimento d’urgenza, al Giudice per chiedere l’emissione di un provvedimento che inibisca quello specifico viaggio.

Una importante precisazione è quella relativa ai minori degli anni 14 che viaggiano con soggetti diversi dai genitori! In questi casi sarà indispensabile che l’accompagnatore sia munito del documento di accompagnamento rilasciato dalla questura. Si tratta di un adempimento al quale è bene pensare per tempo…prima che venga impedita la partenza dei propri figli!


3. Posso lasciare mio figlio ai nonni, alla baby-sitter, o alla mia nuova compagna durante le mie ferie con lui? Serve il permesso dell’altro genitore? Oppure ognuno, durante il “suo” periodo, può decidere in autonomia come gestire il tempo del figlio e a chi eventualmente affidarlo?

LIBAD: Qui entriamo in zona minata. Perché in teoria, durante il tuo periodo di ferie, tuo figlio è con te. Punto. E puoi organizzarti come vuoi, anche lasciandolo con i nonni o con la tua nuova compagna/nuovo compagno per un pomeriggio.

Ma nella pratica… a sindacare c’è sempre qualcuno. Tipo quando lei scopre che hai lasciato il bambino con la tua nuova compagna per andare al supermercato e parte l’interrogatorio: “Ma lei è qualificata? Ha esperienza? Sa cucinare senza glutine?” Come se fosse un colloquio per una chef stellata (e soprattutto come se spettasse a lei valutarla).

O quando lei lascia i figli dai suoi genitori per il weekend e tu vorresti scriverle un whatsapp tipo: “I nonni sono troppo permissivi, non seguono la routine, gli danno troppi dolci.”  (comunque se non ti fidi dei nonni, puoi sempre rileggere il nostro Manuale semiserio di autodifesa emotiva dalla suocera😉 ).

Battute a parte, la domanda per voi è: fin dove si spinge il diritto di controllo dell’altro genitore? E quando invece si trasforma in una violazione dei tuoi diritti?

RT: Anche in questo caso partiamo dal presupposto per il quale più si è precisi e dettagliati nello stilare le condizioni di separazione, o le richieste formulate al Giudice, e meno rischi si avranno di incappare in discussioni, incomprensioni e (come spesso accade) nuovi capitoli giudiziali.

Detto ciò, il diritto di controllo e soprattutto di veto da parte di un genitore nei confronti dell’organizzazione delle vacanze dell’ex, deve essere seriamente motivato e supportato da valide ragioni. È capitato ad esempio che una mamma non fosse d’accordo nel far trascorrere al figlio un intero mese con i nonni paterni, senza patente in un paesino di montagna particolarmente sperduto. In questo caso il Giudice propose, salomonicamente, di ridurre il periodo di permanenza “in clausura” dei figli.


4. Campus estivi e vacanze studio: chi paga? E chi decide? Se mio figlio vuole andare in un campus da 1.200 euro e io non posso permettermelo, sono obbligato a contribuire? E se invece è l’altro genitore a volerglielo far fare mentre io lo dovrei avere con me, posso oppormi? Si possono recuperare i giorni “persi” per colpa del campus?

LIBAD: Eh sì, il campus figo che promette inglese fluent e cervello STEM in 10 giorni, è diventato il tormentone estivo. Ma chi decide se farlo o no? E chi lo paga, se non è un’attività necessaria ma solo formativa o desiderata?

Tipo quando lei ti presenta il fatto compiuto: “Ho iscritto Sara al campus di robotica, costa solo 1.500 euro a settimana, metà a testa ovviamente.” E tu che pensavi di passare agosto al mare con tuo figlio ti ritrovi a dover scegliere tra sembrare lo sfigato che non investe nell’educazione o il poveraccio che non può permetterselo.

Bonus points quando il campus è proprio nelle tue due settimane di ferie pagate, così puoi anche rinunciare alle vacanze che avevi prenotato sei mesi fa. “Ma è per il bene di nostro figlio!” – certo, e per caso anche per il bene del weekend romantico che vuoi fare senza la presenza dei bambini?

E poi c’è l’altra faccia della medaglia: posso recuperare i giorni “saltati”? Posso chiedere che venga spostato? Lo chiediamo agli esperti. Cosa dice la legge?

RT: I campus estivi rappresentano una spesa straordinaria che le parti devono approvare e concordare. Soprattutto quando si tratta di campus privati, magari particolarmente costosi, nessuno dei due genitori può imporre all’altro di sostenere una spesa che non può o non vuole sostenere.

Oltre al discorso economico bisogna affrontare la questione sostanziale: nei periodi di spettanza di un genitore, l’altro non può sottrarre il figlio all’ex decidendo unilateralmente di mandarlo in un campus estivo. Bisogna poi valutare, in concreto, cosa il genitore al quale “spetta” il figlio intende fare. Ovvio che, se un genitore lavora tutto il giorno e pretende di tenere il figlio chiuso in casa, l’altro genitore potrà ricorrere al Tribunale per chiedere che quello specifico periodo dell’estate venga disciplinato secondo il prudente apprezzamento del Giudice.

Con riferimento ai campus estivi ed alle attività svolte nel corso dei medesimi, vale poi la pena di specificare che in caso di attività pericolose (ad esempio parapendio) il diniego di uno dei due genitori è idoneo a “bloccare” la partecipazione del pargolo spericolato.

5. Le richieste più assurde che avete ricevuto sulle vacanze

LIBAD: E ora, per chiudere in bellezza con il nostro tradizionale “momento trash”, apriamo l’archivio delle follie estive dello Studio Rutigliano Trasatti. Perché se pensate che le vostre situazioni siano complicate, aspettate di sentire cosa è capace di inventarsi la creatività umana quando si tratta di vacanze post-separazione.

Ci raccontate le tre richieste più surreali, improbabili o semplicemente incredibili che vi hanno fatto sui viaggi e le ferie con i figli? Quelle storie che vi hanno fatto pensare: “Ma davvero qualcuno può arrivare a questo punto?”

Promettiamo di non fare nomi, ma due risate in compagnia ce le meritiamo dopo tutta questa burocrazia estiva!

RT: Dunque…una richiesta ormai tanto frequente da non essere più nemmeno straordinaria è quella del genitore che porta il figlio in vacanza al capo opposto del paese (ad esempio, famiglia di Milano e prima parte delle vacanze in Sicilia) e pretende che l’altro genitore vada a recuperare il figlio spendendo soldi in aereo e/o treno. In un caso abbiamo dovuto ricorrere al Tribunale (di una città della Campania) perché il Giudice autorizzasse una figlia minorenne a volare da sola, consentendo così al padre di evitare un inutile e costoso spostamento.

Una cliente voleva che producessimo in giudizio un documentario della National Geographic nel quale si parlava della pericolosità degli animali in Australia, affinché il Giudice negasse al marito il permesso di portare i figli a vedere i canguri….

Un’altra cliente, medico, pretendeva di trascorrere le vacanze tutti assieme in quanto non si fidava della capacità del marito di curare i figli in caso di necessità.

LIBAD: Abbiamo riso, abbiamo (quasi) pianto, ma soprattutto abbiamo capito una cosa: se il tuo ex è più imprevedibile del meteo di luglio, meglio arrivare preparati. Con un po’ di pianificazione, buon senso e – quando necessario – il giusto supporto legale, anche i genitori separati possono godersi le vacanze. Se avete bisogno di chiarimenti sulla vostra situazione specifica, oppure ce la volete raccontare perché possa essere utile anche ad altri, commentate qui sotto oppure scriveteci usando l’apposito modulo.